Impotenza appresa
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“Il silenzio cognitivo e la richiesta di aiuto” è tratto da: https://youtu.be/tCD2ANAgm6A .
Un uomo ha venti monetine in parte da dieci e in parte da venticinque centesimi.
Se le monetine da dieci fossero da venticinque e quelle da venticinque fossero da dieci egli avrebbe novanta centesimi in più di quelli che ha ora.
Quante monetine ha da dieci e quante da venticinque?
Ecco: se sperimentate quella sensazione di aiuto!, quindi il silenzio cognitivo, e poi la richiesta di aiuto, sono riuscita a fare la sintesi di quello di cui vi voglio parlare adesso. […]
“Unicità dell’impotenza appresa: da meccanismo psicologico a meccanismo neurofunzionale.” è tratto da: https://youtu.be/tCD2ANAgm6A .
Che cos’è l’impotenza appresa? Ve lo devo dire velocemente, anche se scientificamente andrebbe approfondito. […]
I disturbi dell’apprendimento vanno, hanno cioè direzione, da fattori neuro-basali a fattori psicologici: la causa va cercata nel sistema di maturazione neuro-basale ma ha degli effetti e delle ricadute anche massive anche nei fenomeni cognitivi e psicologici […] anche nella rappresentazione di sé.
Invece, l’impotenza appresa è l’unico disturbo che l’OMS ritiene andare nella direzione opposta. E perché va nella direzione opposta? Perché è quella condizione in cui io imparo che non sono capace.
Proprio perché imparo che non sono capace, perché sperimento tanti insuccessi, il meccanismo di memoria e di stabilizzazione, funziona come per tutti gli altri apprendimenti: più io sperimento di non esserne capace più io più questo si stabilizza nelle mie esperienze e nella mia memoria e nella mia rappresentazione di me.
E’ un meccanismo di plasticità di funzione: da meccanismo psicologico diventa un meccanismo neurofunzionale.
I fenomeni legati allo sviluppo e al rinforzo dell’impotenza appresa, se interagiscono con l’istinto di imitazione, prendono il nome di impotenza vicaria: l’osservazione di persone, magari per molti versi simili a sé stessi, che non riescano a raggiungere i propri obbiettivi o ad affrontare situazioni problematiche, possono rafforzare nell’osservatore la convinzione di non riuscire anch’egli ad affrontare situazioni simili o similmente fallire nel raggiungere i propri obbiettivi.
Charisse Nixon, Ph.D Developmental Psychologist at Penn State Erie, The Behrend College and Director of Research and Evaluation for The Ophelia Project.
Fonte: https://youtu.be/gFmFOmprTt0 (originale) https://youtu.be/sEvZ92H1vCo (italiano)
Peterson C., Maier S. F., & Seligman M. E. P., (1993), Learned helplessness: A theory for the age of personal control, New York: Oxford University Press.
Il lavoro e le attività dei ricercatori che hanno isolato, studiato e definito l’impotenza appresa tendono a scivolare, rispetto alla presentazione che ne diamo qui, verso il fai fiorire la tua vita come percorso di salute mentale/psicologica.
Vedi ad esempio Martin Seligman, https://en.wikipedia.org/wiki/Martin_Seligman e https://www.authentichappiness.sas.upenn.edu
E’ facile, attraverso i motori di ricerca, imbattersi in questo insieme di libri/siti/corsi che, nominando l’impotenza appresa nel contesto più ampio della salute mentale, restituiscono un discorso diverso dal nostro.
Ci premono perciò almeno due sottolineature:
Il mondo anglosassone (qualsiasi cosa questo possa significare) è di cultura religiosa protestante e non cattolica, ad esempio. Ma è solo un abbozzo di approfondimento…